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Home Supplementi

Quando si avvia un percorso ambizioso, quale quello di ridisegnare il progetto editoriale della prestigiosa Rivista di Studi Fenici con i suoi Supplementi e la sua Collana, prevedendo la divisione e l’autonomia delle tre linee editoriali, sorgono alcuni interrogativi di fondo cui rispondere: la strada scelta, sia pure nell’unità di un unico comitato scientifico, un’unica redazione e referee comuni, sarà efficace? Sarà possibile implementarle pur rendendole più agili e adeguate ai nuovi tempi e ritmi della ricerca?  Naturalmente questo è l’auspicio comune di noi direttori, Ida Oggiano direttore della Rivista, Massimo Botto della Collezione e chi scrive dei Supplementi, che condividiamo fortemente la volontà di dare voce, a livello internazionale, ai prodotti migliori della ricerca nell’ambito dell’archeologia, della filologia della numismatica e di tutti gli aspetti della cultura fenicia e punica d’Oriente e d’Occidente.

In particolare per i Supplementi si è scelto di seguire una strada diversa da quella tradizionale, non più pubblicazioni allegate alla rivista principale, ma volumi autonomi aperiodici nei quali far confluire lavori scientifici collettanei con un argomento definito o atti di congressi di rilevanza nazionale o internazionale.

La scelta di pubblicare il volume TECM II, non è quindi dovuta alla sola volontà di onorare un impegno già preso da Sergio Ribichini, precedente direttore della Rivista, ma soprattutto in base alla convinzione che l’opera curata da Giuseppe Garbati e Tatiana Pedrazzi rispecchi perfettamente la linea editoriale che si vuole seguire con i nuovi supplementi della Rivista di Studi Fenici, affrontando organicamente le problematiche legate alle trasformazioni culturali e sociali avvenute nel Mediterraneo dall’VIII sec. a.C.

Nella prospettiva di rendere i Supplementi una sede comune, viva ed autonoma, dove discutere i temi scelti con voci e opinioni diverse, ma organicamente affrontati in opere a carattere tematico, si vuole andare oltre la semplice enunciazione di intenti, elaborando un primo piano editoriale che identifichi un iniziale campo d’interesse intorno al quale raccogliere contributi scientifici, proposte, informazioni per seguire un percorso propositivo e costruttivo.

Il progetto editoriale che, incentrato sull’analisi e sulla documentazione relative al rapporto tra Italiani e antichità fenicie e puniche dal Vicino Oriente all’estremo Occidente, in questa prima fase si rivolge al Maghreb, pur lasciando spazio, in futuro, anche a personaggi di altra nazionalità che si siano occupati di tale argomento, sotto il profilo della documentazione iconografica e archivistica o nell’ambito della creazione di collezioni dedicate.  Un programma di studi, quindi, dedicato a “Gli Italiani e le antichità fenicie e puniche del Maghreb tra XVIII e XX secolo”, un titolo che sottolinea la particolare attenzione riservata al Maghreb come punto di punto di partenza di tale percorso scientifico. A questo si aggiunge un sottotitolo: Tra viaggi, archivi e collezioni, che intende dichiarare i diversi filoni che si intendono seguire.

A titolo di esempio nell’ottica indicata si collocano la ricostruzione delle vicende legate a Lazare Costa, l’italiano che visse a Costantina  e che diede avvio alla scoperta del santuario di El-Hofra, da cui provengono molte delle stele votive del Museo della città algerina  e una nutrita collezione acquisita dal museo del Louvre o la formazione delle collezioni numismatiche pubbliche o private, frutto di donazioni da parte di religiosi appartenenti all’ordine francescano o alla congregazione De Propaganda Fide.

Infine non da sottovalutare l’interesse nei confronti delle vestigia della Cartagine punica e romana in pericolo per l’urbanizzazione non controllata degli inizi del XX secolo (tematica quanto mai attuale!), che vide l’adesione di numerosi Italiani, viaggiatori e studiosi, ma anche residenti a Tunisi, al pittoresco Comité des Dames Amies de Carthage. Tale interesse, senza dubbio, bene si accorda a quello già mostrato da alcuni artisti, come Luigi Balugani, che ebbero la ventura di vedere e illustrare le antichità puniche e neopuniche nel corso dei loro viaggi in territorio maghrebino sin dalla seconda metà del XVIII secolo.

EDITORIALE Febbraio 2017 (Lorenza Ilia Manfredi)


This is the starting point of the ambitious path of reform of the editorial project for the Rivista di Studi Fenici, with its Supplementi and its Collana, with a new, clear division of those three parts with the same editorial committee and staff. Will they work efficiently? Will they be easy to shape on modern ways and times of research? This is what we, Ida Oggiano for the Rivista, Massimo Botto for the Collana and myself for the Supplementi, hope as directors. We all share the strong will to give international voice to the best products of archaeological, philological, and numismatic research about every single aspect of Phoenician and Punic culture of the Eastern and the Western world.

About the Supplementi, we decided to follow a different scheme. The reviews will not collect articles connected to the main Rivista anymore, but they will autonomous, unscheduled volumes with articles of defined topic or from national and international congresses.

The publication of TECM II by Giuseppe Garbati and Tatiana Pedrazzi comes not only from the needing of fulfilling the promise already made by Sergio Ribichini, former director of the Rivista, but also from the believing that the volume follows exactly the editorial line of our new Supplementi: it focus, actually, on cultural and social changes happened in the Mediterranean sea from the VIII century B.C.

In order to make Supplementi a common and alive place to discuss various themes with different voices and opinions on the same theme, we set up a preliminary editorial scheme to collect papers, proposals, information.

The first part of the editorial project focuses on the relation between Italians and Punic antiquities in Maghreb, even if, in the future, there will be space for travelers from other countries. There will be space for iconographical and archivist documentation, as well as for history of collections. The title of the project, Italians and Phoenician-Punic antiquities in Maghreb between the XVIII and the XX century, underlines Maghreb as the geographical starting point, while the subtitle, Between travels, archives and collections, highlights the different branches of the research.

For example, an intriguing theme is the story of Lazare Costa, the Italian who lived in Costantina and discovered the sanctuary of El-Hofra, where many stelae were found. These are now hosted in the Museum of Costantina, while other objects from the same site are now in the Louvre collection, and many numismatic collections, both private and public, came from Algerian exploration of Franciscan order and De Propaganda Fide.

In conclusion, it is not possible to forget the ruins of Punic and Roman Carthage in danger during the urbanization of the beginning of the XXth century (and not only!), that attracted many Italian travelers, scholars and local people who joined the Comité des Dames Amies de Carthage. This can be easily connected to the interest that many artists, i.e. Luigi Balugani, had for Punic and Neopunic antiquities found during their trips in Maghreb in the second half of the XVIII century.

EDITORIAL February 2017 (Lorenza Ilia Manfredi)